Benedizione del falò: purificazione e protezione

una tradizione che parte da lontano Il falò: significato e origini La tradizione del falò è un’usanza antica e radicata nella cultura friulana. Il rito ha origini remote, legate a riti pagani di purificazione e propiziazione. Il fuoco è simbolo di purificazione, di passaggio e di rinnovamento. Le fiamme allontanano le tenebre e le paure, portando con sé la speranza di un anno prospero e fertile. una tradizione che parte da lontano Il Falò: Origini Significato La tradizione del falò epifanico in Friuli, è un’usanza antica e radicata nella cultura della regione. Le prime testimonianze scritte risalgono al 1300, ma si ritiene che il rito abbia origini ancora più remote, legate a riti pagani di purificazione e propiziazione. Il fuoco, elemento centrale dei falò, rappresenta da sempre un simbolo di purificazione, di passaggio e di rinnovamento. Le fiamme, che illuminano la notte, allontanano le tenebre e le paure, portando con sé la speranza di un nuovo anno ricco di prosperità e fertilità. Benedizione del Falò: un rito di purificazione e protezione La benedizione dei falò è un rito religioso che si è aggiunto nel tempo per rafforzare il significato di purificazione e di protezione legato a questa tradizione: il sacerdote benedice il fuoco e i partecipanti, invocando la benedizione divina sull’anno nuovo e sulla comunità e sui raccolti. Usi e costumi locali… Tra le usanze tradizionali c’è il “pronostico del falò”, in cui si osserva la direzione del fumo per trarre auspici sull’anno nuovo. Se il fumo va verso est, si prevede un anno di abbondanza; se va verso ovest, si temono difficoltà. In alcune zone, si brucia un fantoccio di paglia, simbolo dell’anno vecchio che se ne va. La preparazione e l’accensione dei falò sono un momento di grande coinvolgimento comunitario. Nei giorni precedenti all’Epifania, interi paesi si mobilitano per raccogliere i materiali naturali da bruciare. Il tradizionale Falò di Fanna, un evento che scalda i cuori delle comunità Un lavoro d’insieme Calore, tradizione, comunità La preparazione del falò a Fanna coinvolge un numero notevole di persone, dai 15 ai 35 volontari attivi, con l’aggiunta di una grande partecipazione giovanile, che testimonia il forte legame tra le nuove generazioni e le tradizioni del paese. Un mese di lavoro intenso, a partire dal periodo pre-natalizio, ha portato alla realizzazione di circa 1400 fascine di legna direttamente sul posto, accatastate poi con cura per dare vita a una struttura sicura ma imponente. Il falò di Fanna Un rito antico, un cuore giovane Il falò di Fanna viene organizzato dall’associazione culturale “Chei dal falò” di Fanna ha celebrato quest’anno il suo quinto anniversario, confermando il tradizionale falò come un evento sentito da tutta la comunità. Nata sulla scia del precedente “Grande falò degli Alpini”, l’associazione ha raccolto un’eredità importante, aprendola a nuove energie e a una partecipazione sempre più ampia. Benedizione: Purificazione e Protezione IL FUOCO DELLA FEDE, la Benedizione Sacerdotale che Protegge e GuidaLa benedizione del falò da parte di don Alex e don Dario, insieme a Riccardo, durante l’accensione, è un gesto che ha dato un significato ancora più profondo di purificazione e protezione in questa tradizione antica. Un Falò che Illumina Le preghiere dei sacerdoti, rivolte ai presenti e al fuoco, hanno invocato la benedizione sull’anno nuovo, sulla comunità e sui frutti della terra. Benedizione: Purificazione Protezione IL FUOCO DELLA FEDE, la Benedizione Sacerdotale che Protegge e GuidaLa benedizione del falò da parte di don Alex e don Dario, insieme a Riccardo, durante l’accensione, è un gesto che ha dato un significato ancora più profondo di purificazione e protezione in questa tradizione antica. Un Falò che Illumina Le preghiere dei sacerdoti, rivolte ai presenti e al fuoco, hanno invocato la benedizione sull’anno nuovo, sulla comunità e sui frutti della terra. Approfondisci L’Organizzazione Armonia = valore aggiunto L’edizione di quest’anno è stata caratterizzata da un’organizzazione ancora più propositiva, che ha permesso di gestire al meglio l’afflusso di partecipanti e di coordinare le diverse attività. La manifestazione si è svolta in un clima di grande collaborazione e solidarietà, con il contributo di associazioni locali, degli Alpini di Fanna, del Comune, dei negozianti e degli esercenti, e con la partecipazione di tutto il paese. Tradizioni che ardono Legami che si rinnovano Il nostro falò è molto più di una semplice festa: è un momento di incontro e di condivisione, un’occasione per rafforzare l’appartenenza alla comunità e per celebrare insieme le nostre tradizioni. La partecipazione di persone di ogni età, dai bambini agli anziani, testimonia il valore intergenerazionale di questo evento, che unisce passato, presente e futuro. Un rito da vivere Tradizione da custodire La riuscita del falò di Fanna è un successo che si ripete ogni anno, grazie all’impegno costante dell’associazione “Chei dal falò” e alla generosità di tutta la comunità. Un evento che merita di essere vissuto e sostenuto, per continuare a tramandare una tradizione preziosa e per ravvivare lo spirito di collaborazione e di amicizia che anima il paese di Fanna. Chiara, Elena, Fabiano Ringraziamo: l’Associazione “Chei dal Falò” per le informazioni e le immagini (p. Facebook) Claudio Maiorana per le foto «La via di Dio è perfetta, la parola del Signore è purificata con il fuoco; egli è lo scudo di tutti quelli che si rifugiano in lui». (Salmo 18,30) #FalòFanna #tradizioniantiche #cheidalfalò #fuocoantico #sottolestelle #comunitàinsieme #BenedizioneProtezione
Un Natale di comunità e di speranza, verso il Giubileo

Il Tempo di Natale Un tempo forte, vissuto con momenti intensi dalle nostre comunità parrocchiali, per l’autenticità delle celebrazioni e delle riflessioni. Dall’Avvento alla preparazione alle confessioni, al raccoglimento della Messa della Vigilia, un momento di profonda spiritualità, siamo passati alla gioiosa celebrazione della nascita di Gesù il 25 dicembre. La messa Messa di Santo Stefano a Orgnese, e il 30 dicembre si è celebrata l’Eucaristia in compagnia degli anziani in casa di riposo. L’anno si è concluso con il Te Deum, un ringraziamento per i sacramenti di quest’anno: battesimi, prime comunioni, cresime, matrimoni, il ricordo dei defunti. NATALE DALL’INIZIO… L’attesa Il periodo natalizio appena trascorso è stato un tempo intenso di emozioni, un’occasione per ritrovarsi, condividere e riflettere sul profondo significato della nascita di Gesù. AVVENTO Preparazione Comunitaria alla Riconciliazione Le confessioni Lunedì 23 dicembre, alle ore 20.00 al Santuario di Madonna di Strada abbiamo partecipato a un momento speciale di preparazione al sacramento della Riconciliazione, con preghiera comunitaria e la possibilità di confessarsi individualmente con i sacerdoti presenti. Una notte speciale La Veglia di Natale Le luci soffuse creano un’atmosfera speciale, carica di attesa. Poi, con l’arrivo di Gesù, le luci si accendono, illuminando i cuori. È un momento di raccoglimento, riflessione che ha emozionato tutti noi presenti. Dan Don Alex La lettera di Auguri Con la sua semplicità e sincerità, ha toccato il cuore di ciascuno di noi. Le sue parole ci hanno invitato ad aprire le porte del nostro cuore a Dio e agli altri, a coltivare relazioni autentiche e a riscoprire la bellezza che ci circonda. L’augurio di fare spazio a Dio in noi e a stupirci della bellezza che ci abita è stato un invito a guardare oltre l’apparenza e a scoprire le meraviglie nascoste nella nostra vita. La lettera Video Auguri di Natale «Auguri a tutto il mondo» Un Buon Natale di suoni e colori Le iniziative organizzate in occasione del Natale sono state pensate per favorire l’unione nelle nostre comunità. Il video augurale, ad esempio, frutto della collaborazione di vari gruppi, è stato un modo originale e coinvolgente per esprimere i nostri auguri. Le voci dei bambini, i canti dei cori, le immagini dei presepi: l’insieme ha contribuito a creare armonia e unità. A partire dalla scuola dell’infanzia, che con il suo canto iniziale “Girotondo di Natale” ha dato il via a un percorso di fraternità universale, gli auguri di don Alex in brasiliano e italiano, insieme ai bambini, hanno sottolineato l’importanza del dialogo dell’accoglienza. I presepi realizzati nei nostri luoghi, ricordandoci il mistero della nascita di Gesù e la sua venuta nella nostra vita. I cori parrocchiali, con il canto “Cantique de Noël” ci hanno portato direttamente al cuore del Natale. Il gruppo giovani animatori, con l’interpretazione di “So this is Christmas” di J. Lennon, ci ha invitato a riflettere sul vero significato del Natale e a impegnarci per un mondo più fraterno. A Orgnese S. Stefano unisce Il 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, a Orgnese si è tenuta una celebrazione comunitaria speciale: le comunità si sono riunite per una messa unica nella chiesetta di San Leonardo. La chiesetta, con la sua atmosfera raccolta che favorisce la condivisione e la spiritualità, ha reso questo evento un’occasione speciale per rafforzare i legami tra le parrocchie. scopri di più Grazie a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di queste iniziative va il nostro ringraziamento. Grazie alla vostra generosità e al vostro impegno, il Natale è stato un momento di grande gioia e di arricchimento spirituale per tutta la nostra comunità. Insieme a voi Grazie! La collaborazione di tanti parrocchiani e fedeli, con la loro creatività hanno realizzato presepi unici, addobbato le chiese con gusto; i cori hanno animato le nostre celebrazioni preparato i canti natalizi. Tutti hanno contribuito a creare un’atmosfera di spiritualità e raccoglimento. Presepi Pulizie Fiori Cori Conforto e speranza La messa in casa di riposo è un momento molto apprezzato dagli anziani che vi soggiornano. È un’occasione per sentirsi parte di una comunità, per celebrare la propria fede e per trovare conforto e speranza. La messa è un momento di raccoglimento e di preghiera, ma anche di socializzazione e di condivisione. Partecipazione e fede Gli anziani che partecipano alla messa si sentono parte di una celebrazione importante, un momento in cui possono esprimere la propria spiritualità e la propria devozione. La messa in casa di riposo è un dono prezioso che viene offerto agli anziani, un momento di grazia che può portare gioia e serenità. La Messa in casa di riposo 31 dicembre 2024 Te Deum Un ringraziamento per l’anno trascorso L’anno si è concluso con la Messa di ringraziamento a Dio per i doni ricevuti durante l’anno. In questa celebrazione, la comunità si è riunita per ringraziare per i sacramenti celebrati: battesimi, comunioni, cresime, matrimoni, e per ricordare coloro che sono mancati. È stato un momento per riflettere sulle gioie e le sfide dell’anno passato, e per rinnovare la propria fede e speranza per il futuro. A Fanna la celebrazione è stata concelebrata da don Alex insieme a Padre Leone che è venuto a trovarci per qualche giorno. Buon Anno! Verso il Giubileo 2025 In questo nuovo anno che si apre davanti a noi, portiamo con noi lo spirito del Natale. Continuiamo a coltivare relazioni autentiche, a essere testimoni della speranza e a costruire insieme il nostro domani. Rivedi il video di Natale A partire dalla scuola dell’infanzia, che con il suo canto iniziale “Girotondo di Natale” ha dato il via a un percorso di fraternità nel mondo, gli auguri di don Alex in brasiliano e italiano, insieme ai bambini, hanno sottolineato l’importanza del dialogo dell’accoglienza. I presepi realizzati nei nostri luoghi, ricordandoci la nascita di Gesù e la sua venuta nelle nostre vite. I cori parrocchiali, con il canto “Cantique de Noël” ci hanno portato direttamente al cuore del Natale. Il gruppo giovani animatori, con l’interpretazione di “So this is Christmas” di J. Lennon, ci ha invitato a riflettere sul vero significato
I nostri presepi: un viaggio nel cuore del Natale

Il presepe è una tradizione profondamente radicata nella cultura natalizia e la sua storia è affascinante, intrecciata con la figura di San Francesco d’Assisi e le Sacre Scritture. C’erano nella stessa regione dei pastori che passavano la notte all’aperto, facendo la guardia al loro gregge. Ed ecco, un angelo del Signore si presentò a loro, e la gloria del Signore li avvolse di luce; essi furono presi da grande paura. Ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è Cristo Signore. E questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito con l’angelo si unì una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà». Luca 2,8-14 L’origine del presepe e il ruolo di San Francesco Sebbene le rappresentazioni della Natività risalgano ai primi secoli del cristianesimo, è a San Francesco d’Assisi che si attribuisce l’invenzione del presepe nella forma che oggi conosciamo. Nel 1223, a Greccio (vicino Rieti), il Santo organizzò una rappresentazione vivente della Natività. In una grotta allestita per l’occasione, fece portare un bue e un asino, e dispose della paglia. Non c’erano statue, ma la scena era così viva e toccante che toccò profondamente i presenti, invitandoli a meditare sulla semplicità e la povertà della nascita di Gesù. L’evoluzione del presepe Da quell’evento, il presepe si diffuse rapidamente in tutta Italia e in Europa. Inizialmente, erano rappresentazioni viventi, ma ben presto si svilupparono i presepi con le statue, realizzati in legno, terracotta o altri materiali. Nel corso dei secoli, il presepe si è arricchito di dettagli e personaggi, diventando una vera e propria opera d’arte. Ogni regione d’Italia ha sviluppato un proprio stile, con caratteristiche e tradizioni uniche. I nostri Presepi I presepi delle comunità di Fanna e dintorni sono molto più che semplici rappresentazioni della Natività. Sono opere realizzate con passione e dedizione, che riflettono la fede, la cultura e la creatività delle comunità locali. Ogni presepe ha una storia da raccontare: c’è quello realizzato con materiali poveri, che ci ricorda la semplicità della nascita di Gesù; quello costruito con pietre antiche, simbolo della perennità della fede; e quello realizzato con maestria artigianale, che ci trasporta in una Palestina autentica. a Fanna Scuola dell’infanzia «Maria Immacolata» Colori di Natale, un arcobaleno di cuori Il presepe e l’albero di Natale rappresentano per noi occasioni preziose per rafforzare il senso di comunità. Realizzare il presepe insieme ai bambini è un modo divertente per avvicinarli alla storia e ai valori del Natale, stimolando la loro immaginazione e creatività. L’iniziativa di addobbare l’albero di Natale in collaborazione con le famiglie, invece, favorisce l’integrazione e lo scambio tra genitori e insegnanti, creando un clima accogliente e partecipativo. È un modo per dimostrare che la scuola è un luogo aperto dove la tradizione si incontra con la condivisione. I bambini assieme alle maestre Annalisa Monia Monica Giada a Orgnese Chiesa di San Leonardo L’essenziale è invisibile agli occhi Ogni anno, con semplicità, questo presepe rinasce da sé. Niente di superfluo, solo l’essenziale. Rami e foglie raccolte nei dintorni, legna, tegole, mattoni… materiali poveri che parlano di una nascita povera, ma ricca di significato. Un presepe che, proprio nella sua naturalezza, ci riporta al cuore del messaggio natalizio: la scelta di Dio di nascere in una mangiatoia, tra gli animali. Un invito a toccare con mano la povertà in cui si è manifestato il Figlio di Dio, un invito a riscoprire il valore delle cose semplici. E poi, la lanterna. Una luce fioca, simbolo della fede che Gesù infonde in noi. Una luce che, anche nelle tenebre più profonde, può trasformare tutto in bellezza. Ringraziamo William Roman che ogni anno si presta alla realizzazione sempre nuova e significativa del presepe di Orgnese. Angelina Sonia William a Fanna Santuario di Madonna di Strada Un natale antico e nuovo, per ritrovare la strada verso Dio Un presepe fatto di pietre antiche, testimoni silenziosi del tempo, e di statuine bianche, luminose come la speranza. In questa semplicità, in questo gioco di contrasti tra la terra e il cielo, si cela un mistero profondo. Gesù, il Figlio di Dio, si è fatto uomo, ha scelto di nascere in una grotta, tra gli umili pastori. Un gesto d’amore infinito che ci invita a guardare oltre le apparenze, a riscoprire il valore delle piccole cose e ad amare come Lui ci ha amati. Costruire un presepe, anche il più semplice, diventa così un atto di fede, un modo per far entrare la luce di Natale nei nostri cuori. Un’esperienza che, pur nella sua semplicità, può rivelarsi sorprendentemente complessa, perché ci chiede di metterci in gioco, di aprire le porte del nostro cuore alla tenerezza di Dio. L’allestimento del presepe è stato curato da Graziella Rigutto. Graziella Liliana Ugo a Fanna Chiesa di San Martino Passione e tradizione incontrano la creatività La passione per la tradizione e la ricerca continua di nuove espressioni artistiche animano la realizzazione del presepe di San Martino. La maestria di Francesco Valguarnera hanno dato vita a un’opera che ogni anno sorprende per la sua bellezza e originalità. Dietro ogni dettaglio, ci sono mesi di lavoro e un impegno costante nel migliorare l’allestimento, grazie anche al prezioso contributo dei volontari della Pro Loco. Quest’anno, il presepe ci trasporta in una Palestina autentica, con un’attenzione minuziosa ai particolari che rende ogni elemento vivo e tangibile. Federica Sara Francesco a Cavasso Chiesa di San Remigio Un rifugio di semplicità, costruito con il cuore e con le mani La tradizione del presepe continua a vivere a Cavasso, quest’anno arricchita grazie al talento di Giuseppe Gambon (per tutti Bepi), che nella rappresentazione della Natività ha portato delle novità importanti. Una nuova grande stalla di legno con fienile realizzata artigianalmente con legni locali lavorati a mano, che rappresenta un luogo accogliente nella semplicità, dove
San Nicolò «Battibidons» un richiamo alle tradizioni

Fanna, 5 dicembre 2024 Battibidons, aspettando San Nicolò: una tradizione che risuona L’aria fresca di dicembre porta con sé un’attesa speciale a Fanna. Quest’anno, per l’undicesima volta consecutiva, il 5 dicembre, il paese si è trasformato in un luogo allegro e rumoroso per l’arrivo di San Nicolò. La tradizionale sfilata dei Bidons ha riunito grandi e piccini in Piazza XX Settembre, pronti a dare vita a un corteo chiassoso. Armati di pentole, padelle e ogni sorta di contenitore, i partecipanti hanno percorso le vie centrali, in un’atmosfera unica e coinvolgente. Il frastuono allegro dei bidoni, unito alle risate dei bambini e alle voci festose degli adulti, ha riempito le strade. Questa iniziativa, nata ormai da diversi anni, è diventata un appuntamento fisso per la comunità di Fanna. Un’occasione per rafforzare il senso di appartenenza e condividere momenti di serenità insieme. Al termine della sfilata, i bambini sono stati premiati con piccoli doni e dolciumi, un modo per ringraziarli della loro partecipazione e per alimentare ancora di più il loro entusiasmo. Per tutti i presenti, è stato preparato un momento conviviale presso la Sala Arcobaleno, dove cioccolata calda, vin brulè e altri dolciumi hanno riscaldato corpi e anime. Ma la camminata Battibidons è molto più di un semplice evento festoso. È un’occasione per rievocare antiche tradizioni: si narra infatti che San Nicolò, il santo protettore dei bambini, durante la notte della vigilia del 6 dicembre, percorra le case lasciando doni ai bimbi buoni. Per guidarlo nella sua missione, i bambini, prima di addormentarsi, fanno rumore battendo le mani, picchiettando sul pavimento o suonando piccoli strumenti. In questo modo, attirano l’attenzione del santo e lo invitano a entrare nella loro casa. Insieme, alzando gli occhi al cielo, abbiamo rivolto una speciale preghiera a San Nicolò, chiedendo la sua benedizione O buon San Nicola, tu che sei la gioia dei bambini, metti nel mio cuore lo spirito dell’infanzia di cui parla il Vangelo e insegnami a seminare felicità intorno a me. Tu, la cui festa ci prepara al Natale, apri la mia fede al mistero di Dio fatto uomo. Tu, buon vescovo e pastore, aiutami a trovare il mio posto nella Chiesa e ispira quest’ultima perché sia fedele al Vangelo. O buon San Nicola, patrono dei bambini, dei marinai e degli indifesi, custodisci chi prega Gesù, tuo e loro Signore, e chi si umilia davanti a te. Portaci tutti pieni di reverenza dal Santo Bambino di Betlemme, presso cui si trovano la vera gioia e la pace. Sara Alessandra, Ilari, Zeudi, Annalisa
Fanna, festa del patrono San Martino

San Martino, ogni anno unisce fede e comunità Quattro giorni intensi, dal 8 all’11 novembre, hanno scandito a Fanna i festeggiamenti in onore di San Martino. Un’occasione unica per ritrovarsi, celebrare in comunità e ringraziare per i doni ricevuti. San Martino: un mantello per imparare a condividere VENERDÌ 8 NOVEMBRE. Il primo appuntamento di quest’anno è stato in chiesa: l’incontro tra don Alex e i più piccoli della scuola dell’infanzia Maria Immacolata di Fanna. Un inizio che ha aperto le porte a un fine settimana ricco di eventi, culminato con la messa in onore del Santo Patrono. Dalla scuola materna: piccoli gesti, grandi cuori… danno il via alla festa! San Martino, il nostro patrono! ✨ Don Alex ci ha raccontato una storia bellissima: un cavaliere dal cuore d’oro che ha condiviso il suo mantello con un povero… Noi, ispirati da San Martino, abbiamo preparato il pane tutti insieme. La messa di domenica, è stato un momento speciale assieme alla nostra comunità, abbiamo portato il nostro dono e abbiamo recitato una frase bellissima: “Che sia dolce o salato è sempre un buon dono e va apprezzato”. I bambini, le maestre e il personale della Scuola dell’Infanzia di Fanna San Martino: il sapore dell’autunno, il calore della comunità DOMENICA 10 NOVEMBRE. È stata una giornata davvero ricca, la messa del ringraziamento ha profondamente coinvolto i presenti: don Alex, con la sua capacità di coinvolgere i più piccoli e di parlare al cuore di tutti noi, ha reso la celebrazione un’esperienza sentita per tutti noi. La sua semplicità e spontaneità hanno reso il messaggio del Vangelo particolarmente incisivo. La messa del ringraziamento è da sempre una celebrazione molto sentita. La benedizione dei mezzi agricoli e dei prodotti della terra ci ha ricordato l’importanza delle nostre radici e del lavoro della terra. Le strade di Fanna si sono animate con bancarelle colorate, profumi e allegria. Le iniziative organizzate dalla Pro Loco come capofila, assieme alle associazioni del paese, hanno reso questa giornata ancora più speciale. È stato bello vedere il paese così pieno di vita, con le bancarelle, e le molteplici iniziative organizzate. La scuola materna, assieme ai genitori, ha organizzato la bancarella delle torte e una castagnata per una raccolta fondi. San Martino: celebrare la vita, ringraziare Dio LUNEDÌ 11 NOVEMBRE. Nel giorno di San Martino, la messa patronale è stata il culmine dei festeggiamenti: una celebrazione partecipata, che ha visto la presenza di numerosi sacerdoti e le associazioni attive nel volontariato locale. Un segno tangibile della vitalità della comunità, unita nella preghiera e nel ringraziamento. La preghiera dei volontari O Signore,tu ci hai insegnato che l’amore più grande èdare la vita per i propri amici. Aiutaci a scoprire nel volontariato l’opportunitàdi incontrare uno spazio per praticare il bene e vivere l’amore. Apri i nostri occhi a riconoscere in ogni fratello e sorellail tuo volto e la tua presenza. Apri le nostre menti a valorizzarel’unicità di ogni persona, con la sua storia e cultura. Apri i nostri orecchi ad accogliere con gentilezzale voci che chiedono ascolto. Apri i nostri cuori ad offrire speranza dove c’è paura,solidarietà dove c’è solitudine, conforto dove c’è tristezza. Aiutaci, o Signore, a testimoniare il Vangelocon un sorriso, una parola, un gesto di affetto. Donaci l’umiltà di riconoscere che noinon siamo la luce, ma strumenti della Tua luce,non siamo l’amore, ma espressioni del Tuo amore. Amen. Il messaggio di San Martino oggi La figura di San Martino ci invita alla generosità, alla condivisione e alla solidarietà. I suoi valori sono più attuali che mai, in un mondo che ha sempre più bisogno di umanità e di gesti di altruismo. La festa di San Martino a Fanna è stata molto più di un semplice evento locale. È stata un’occasione per rafforzare i legami, riscoprire le proprie radici e celebrare i valori della comunità. Un futuro ricco di tradizioniLa festa di San Martino è un patrimonio prezioso per la comunità di Fanna. È fondamentale mantenerla viva, trasmettendola alle nuove generazioni, perché rappresenta un ponte tra passato e futuro, un legame indissolubile con le proprie origini. Margherita Federica Liliana Mariarita #SanMartino #Fanna #FestaRingraziamento #TradizioniStoriche #FestaSanMartino #SanMartinoUnisce, #FedeComunità, #EstateDiSanMartino #Grazie #Ringraziamento SAN MARTINO biografia, approfondimenti, curiosità…
San Martino, il patrono di Fanna

Un futuro ricco di tradizioni. La festa di San Martino è un patrimonio prezioso per la comunità di Fanna. È fondamentale mantenerla viva, trasmettendola alle nuove generazioni, perché rappresenta un ponte tra passato e futuro, un legame indissolubile con le proprie origini. San Martino, il santo più conosciuto Informazioni e curiosità Ecco di nuovo il tepore dell’estatella di San Martino, nella cornice dei fenomeni naturali. È stato San Martino, con il suo atto di generosità (ha diviso il suo mantello per darne la metà a un povero infreddolito che poi è risultato essere Gesù). Ma non è questo il solo fatto particolare. Si narra, inoltre, che il Santo perse l’asino mentre era in cammino e, alcuni bambini, con la loro lanterna, lo ritrovarono. Per ricompensarli, San Martino trasformò lo sterco dell’asino, in gustosi dolci. Da qui, nasce la tradizione, in vari luoghi del Friuli e altrove, dove i bambini bussano alla porta delle case, chiedendo qualche leccornia. In Germania, dove il più gran numero delle chiese è intitolato a San Martino, ci sono delle bellissime iniziative per celebrarlo degnamente. Nei paesi circondati da colline, si fanno processioni propiziatorie e di ringraziamento di probabile matrice celtica. Tutti gli alunni delle scuole, con lampade addobbate singolarmente con nastri, stoffe, disegni e poesie, attraversano trasversalmente le colline su sentieri ben tracciati e ben tenuti. Si innesta anche la simbologia stagionale per la quale, la luce che si perde poco a poco starebbe a indicare l’addentrarsi nelle tenebre dell’inverno. Ma l’undici novembre era, da sempre, il giorno della resa dei conti, per cui bisognava saldare l’affitto delle case e dei campi e, anche quelli che dovevano liberare le case, dovevano assolutamente farlo entro il giorno di San Martino. Nei tempi lontani, a Fanna, per festeggiare San Martino, l’unico aspetto diverso dal solito, era dato da due tre bancarelle che vendevano colatz: ciambelle dolci dal costo che andava dai 15 ai 25 centesimi. Qualche volta si faceva la cuccagna con alcuni volenterosi che si arrampicavano, a fatica, lungo un palo scivoloso (unto con il grasso di maiale) tra le grida esortanti dei presenti. I più valorosi raggiungevano la cima e staccavano il regalo: una forma di formaggio (piccola), un fiasco di buon vino, qualche salame, una gallina. In Alto Adige, San Martino è uno dei patroni che si ritrovano più spesso, come si vede anche dai nomi di numerosi paesi: San Martino di Castrozza, San Martino di Passiria, San Martino in Badia. Infine, San Martino è il patrono di numerose categorie di persone: degli albergatori, della fanteria, dei fabbricanti di botti, dei mendicanti, degli osti, dei sarti, dei martiri traditi, degli ubriachi. Note biografiche San Martino nacque in Pannonia l’attuale Ungheria presumibilmente nel 316-317 da genitori pagani. Il giorno 11 novembre è ricordato poiché corrisponde alla data del suo funerale. Il suo nome Martino deriva dal nome del dio pagano Marte, tradizionalmente dio della guerra. In quanto figlio di militare entrò nell’esercito imperiale. L’episodio noto a tutti del Mantello avvenuto durante una ronda cambiò completamente la sua vita, si convertì al cristianesimo e da catecumeno fu in seguito battezzato. Uomo di preghiera e di azione, percorreva personalmente i distretti abitati dai servi agricoltori facendo opera di evangelizzazione. È considerato uno dei grandi santi della Gallia. Nel 361 fondò a Ligugè la prima comunità di Asceti, primo monastero in Europa. In seguito divenne Vescovo, un Vescovo atipico rispetto alle abitudini cittadine dei prelati con alte cariche. San Martino morì l’8 novembre del 397 a Candes San Martin. Molti artisti hanno raffigurato l’episodio del dono del suo mantello attraverso quadri, pale e affreschi. Qui è ricordato l’affresco di Simone Martini, esso è posto nella prima cappella a sinistra nella Basilica Inferiore di San Francesco in Assisi. Nel giorno di San Martino, in Trentino Alto Adige cinque falò illuminano Predazzo, in una tradizione antichissima, visto che Martino è il Santo protettore di questo paese dell’oltradige. In Alto Adige, a Cornaliano una tradizione da non perdere è quella del mercatino di San Martino, il più grande e antico della provincia di Bolzano. Nonostante in Veneto ci siano ben quattro paesi che portano il nome del nostro Santo, in nessuno di essi ha luogo un particolare tipo di festeggiamento. Ripensando alla popolarità di questo Santo ricordiamo che in Francia ci sono ben 1573 chiese a lui dedicate, 912 in Italia, 652 in Germania, 313 in Spagna, 234 in Belgio, 212 nel Regno Unito, 190 in Polonia, 153 in Austria, 145 in Boemia, 106 in Olanda e Ungheria, 104 in Slovenia solo per citare le nazioni europee a maggiore diffusione. 157 sono le chiese negli USA, 15 in Messico, 13 in Nuova Zelanda e giù scorrendo si arriva a 3 chiese nelle Filippine e 2 a Trinidad e Tobago. Margherita e Federica #SanMartino #Fanna #FestaRingraziamento #TradizioniStoriche #FestaSanMartino #SanMartinoUnisce, #FedeComunità, #EstateDiSanMartino San Martino biografia estesa Nelle nostre terre, la figura di San Martino è particolarmente sentita. Con il suo gesto di carità, ha lasciato un segno nella storia. Fondatore del monachesimo occidentale, vescovo e evangelizzatore, ha dedicato la sua vita ai più bisognosi. La sua fama, legata a numerosi miracoli, lo ha reso un patrono dei contadini. Oggi, la sua figura continua a vivere nelle numerose testimonianze artistiche che lo ritraggono. download
Santi e defunti: silenzio e preghiera, un ponte verso l’eternità

CELEBRAZIONE DEI SANTI E DEI DEFUNTI La speranza di una vita senza fine Amore, luce e vita lungo il cammino Un invito alla riflessione La speranza di una vita senza fine La Luce Perché mettiamo dei lumini sulle tombe dei nostri cari? La candela accesa è un simbolo di vita, di luce e di speranza: anche nell’era della luce elettrica non c’è nulla di paragonabile al senso di calore e di vita che trasmette una fiamma viva accesa in un luogo oscuro. L’oscurità per eccellenza è quella della morte, con il suo silenzio e la sua assenza di vita, che ci inquieta e ci fa sentire immersi in una notte senza stelle. Accendere una fiamma in mezzo a questa notte per noi cristiani ha un significato forte, perché questo ci ricorda quella fiamma che abbiamo trovato accesa in chiesa il giorno del nostro battesimo e che da quel giorno abbiamo ricevuto il dono di poter tenere accesa nei nostri cuori: la fiamma del cero pasquale. Il cero pasquale rappresenta la luce della resurrezione di Gesù, la luce di una vita che è più forte della morte e del buio. Cristo, risorto “per la potenza di una vita indistruttibile” (Lettera agli Ebrei 7,16) comunica anche a noi questa luce, speranza di una vita senza fine. amore, luce e vita lungo il cammino Solennità di Tutti i Santi Durante la celebrazione dei Santi chi è venuto a messa ha sentito proclamare questa lettura: Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello». (Ap 7, 9-10). Chi sono questi personaggi, gloriosi e trionfanti? Sono i santi! Ma questi non sono nati santi, lo sono diventati. E come lo sono diventati? Vivendo su questa terra come tutti gli altri esseri umani, come me e come te, fidandosi della parola di Gesù e seminando amore, luce e vita lungo il loro cammino. Don Alex ci ha detto in predica: “Abbiamo bisogno di santi innamorati dell’eucarestia e che mangino la pizza”. Cosa c’entrano queste due cose? C’entrano eccome, perché per chi vive in comunione con Gesù anche le cose più ordinarie e quotidiane si riempiono di un senso nuovo. un invito alla riflessione Commemorazione dei defunti Mentre percorrevamo il cimitero recitando il rosario per i nostri cari, ho notato la grande quantità di nomi e cognomi stranieri incisi sulle lapidi: sono le tracce di una lunga storia di emigrazione che ha caratterizzato tanti luoghi del nostro Nordest e anche, nel loro piccolo, le nostre terre. Mi ha colpito il pensiero di queste persone che, pur avendo trovato un lavoro, una famiglia, magari un posto da chiamare un po’ “casa” fuori dall’Italia, a un certo punto hanno sentito il desiderio di ritornare nel paese dei loro antenati, o almeno abbiano voluto esservi ricordati con una lapide alla memoria. È un segno forte di attaccamento e di appartenenza: per quanto lontano possano portarci le nostre strade, il nostro cuore sa dov’è la nostra casa. A pensarci bene è un po’ così anche per noi, perché la nostra fede ci dice che da Gesù in poi non siamo più stranieri né ospiti, ma concittadini dei santi e familiari di Dio (Ef 2,19), e che viviamo su questa terra come pellegrini rivolti alla città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso (Eb 11, 10). È bello sapere che, al di là di tutto, abbiamo una Casa da cui veniamo e dove sappiamo che un Padre ci attende a braccia aperte, e questo può darci uno slancio bello per vivere questa vita con il passo gioioso di chi imbocca la strada di casa. don Riccardo Mior
Apertura anno catechistico 2024-25

Vieni e seguimi! Gesù e i bambini. Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. Gesù però disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli». E dopo avere imposto loro le mani, se ne partì.Il giovane ricco. Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?». Egli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Ed egli chiese: «Quali?». Gesù rispose «Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi». Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10,13-22) La gioia viva, nel seguire Gesù Domenica 13 ottobre a San Remigio, la messa per l’apertura dell’anno catechistico delle comunità di Fanna e Cavasso insieme, è stata un evento che ha toccato il cuore di tutti noi. La parola chiave, gioia, ha permeato ogni istante della celebrazione, riflettendosi nei volti raggianti dei bambini, dei ragazzi e delle loro famiglie. È stato emozionante vedere la chiesa gremita, un segno tangibile dell’entusiasmo della comunità parrocchiale. La presenza numerosa di genitori a fianco dei propri figli ha conferito alla celebrazione un valore ancora più profondo, sottolineando l’importanza della famiglia come primo nucleo educativo nella fede. Don Alex, con la sua coinvolgente capacità comunicativa, ha saputo creare un clima di festa e di partecipazione, rendendo la messa un momento di autentica condivisione. I canti, i gesti e i sorrisi dei bambini hanno reso la celebrazione ancora più viva e significativa. È stato bello vedere i più piccoli attorno all’altare, partecipi alla mensa del Signore. Questo gesto semplice ma profondo ha sottolineato la loro appartenenza alla comunità cristiana e il loro desiderio di crescere nella fede. In questa giornata, abbiamo sperimentato in modo tangibile il senso di “famiglia” che ci unisce. Nonni, genitori e figli hanno condiviso un’esperienza unica, fatta di gioia, di fede e di speranza. L’apertura dell’anno catechistico è stata un momento di rinascita e di rinnovato impegno. La collaborazione, la voglia di camminare insieme e la partecipazione attiva di tutti ci spingono a guardare al futuro con ottimismo. Federica, Beatrice, Marisa e Zeudi Eccoci! Gesù ci chiama per nome. Le sue braccia aperte sono un invito a rispondere alla sua chiamata. Insieme ai nostri bambini e ragazzi, ci mettiamo in cammino, pronti a vivere un anno catechistico ricco di scoperte e di crescita nella comunione. Seguendo le sue orme, costruiamo un futuro migliore per noi e per il mondo. La preghiera dei ragazzi Eccoci, Signore, noi ci siamo!Pronti per iniziare con Te una nuova avventura, pronti per imparare da Te ad amare, di più e in modo nuovo. Vogliamo un mondo più bello e più buono e, con Te, siamo pronti a colorarlo a farlo diventare diverso, a trasformarlo in una casa sempre aperta dove tutti possano sentirsi abbracciati dal tuo amore. #annocatechistico, #comunitàcristiana, #gioia, #famiglia
Cavasso, festa del patrono San Remigio

Un patrono, una guida, una festa. Martedì 1° ottobre, la comunità si è radunata nella chiesa di Cavasso Nuovo per la celebrazione in onore di San Remigio, il vescovo che ha segnato profondamente la storia della cristianità. La messa, iniziata alle ore 20.00, è stata presieduta da don Dario, don Alex e don Riccardo, i quali hanno guidato i fedeli in un percorso di riflessione sulla fede e sull’importanza della comunità. Le parole dei sacerdoti, cariche di spiritualità e di affetto, hanno toccato il cuore dei presenti, sottolineando il ruolo fondamentale di San Remigio nella diffusione del cristianesimo e come esempio di dedizione e di servizio alla Chiesa. Seguendo san Remigio: una luce sulla nostra fede. La statua del Santo Patrono è stata portata in processione lungo le vie principali del paese, illuminando la notte con le sue luci e accompagnata dai canti dei fedeli. Nonostante la chiesa non fosse completamente piena, la processione ha creato un’atmosfera suggestiva e raccolta, un momento di profonda spiritualità e condivisione. La festa di San Remigio è stata un’occasione per rinnovare il legame con le proprie radici e con la comunità, un momento di incontro e di preghiera che ha unito tutti i presenti in un abbraccio. La festa, San Remigio: un tocco d’autunno per tutti i gusti! La festa di San Remigio, domenica 6 ottobre, è stata un’occasione per rafforzare il senso di comunità e valorizzare le tradizioni locali. Le vie del paese si sono animate con la partecipazione di numerosi volontari della Pro Loco Fratellanza e di altre associazioni locali, che hanno lavorato per offrire un evento unico. Una bella giornata di sole, iniziata con la messa delle 11, un momento di raccoglimento spirituale che ha unito tutti i presenti. Successivamente, i visitatori hanno potuto gustare le specialità gastronomiche locali, preparate con ingredienti genuini e di stagione, tra i quali gli gnocchi di zucca, e le numerose preparazioni a base di cipolla rossa. Tanti chioschi ben forniti e colorate bancarelle hanno offerto un’ampia scelta di prodotti locali e artigianali in un’atmosfera festosa, ideale per trascorrere una giornata all’aria aperta. La torta di San Remigio, preparata secondo un’antica ricetta dal gruppo parrocchiale, è stata un dolce omaggio alla tradizione. Il ricavato della vendita è stato destinato a sostenere le attività della comunità parrocchiale. La festa di San Remigio è stata una dimostrazione tangibile di come la collaborazione tra le diverse realtà del territorio possa portare a risultati straordinari. #SanRemigio #CavassoNuovo #FestaAutunno #TradizioniStoriche #FestaZucca
Happy birthday don Adrian!

Doppi festeggiamenti e doppi auguri, per ringraziarlo del suo prezioso servizio 80 anni di vita e 56 di sacerdozio, nello stesso giorno! Domenica 22 settembre a Cavasso e 29 settembre a Fanna, la nostra comunità ha potuto celebrare un doppio evento speciale: don Adrian, collaboratore assiduo e disponibile della nostra parrocchia, ha raggiunto il significativo traguardo degli 80 anni e ha celebrato i 56 anni di sacerdozio. Domenica 29 a Fanna, insieme ai compaesani della classe 1944, abbiamo condiviso momenti di gioia e di riflessione, ripercorrendo insieme le tappe fondamentali di questo lungo percorso. La presenza di Don Adrian è stata per tutti noi una fonte di ispirazione e di conforto per i nostri cuori. In queste due giornate, abbiamo avuto l’opportunità di esprimere la nostra profonda gratitudine a Don Adrian per il suo instancabile impegno al servizio della comunità. I suoi 56 anni di sacerdozio sono stati caratterizzati da grande dedizione e gentilezza. Dopo le celebrazioni Un abbraccio collettivo ha concluso le celebrazioni di entrambi i paesi, un momento per esprimere tutto l’affetto e la stima nei confronti del festeggiato. Un’occasione per rinnovare i legami di amicizia e sottolineare l’importanza della condivisione. Nella foto in alto, i festeggiati della classe 1944 alla messa del 29 settembre: don Adrian, Lina, Flavia, Sergio, Gianpaolo, Luciano, Olindo, Alfonso, Riccardo, Francesco. Parrocchie Cavasso Fanna Grazie don Adrian! Don Adrian a Cavasso, domenica 22 settembre 2024 Don Adrian a Fanna, domenica 29 settembre 2024, nella foto un momento di convivialità con don Alex e don Dario