Pasqua: la luce che riportiamo nel cuore, l’annuncio che vince il buio

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Pasqua: la meta di un cammino

Anche quest’anno la Pasqua a lungo attesa è arrivata: domenica 20 aprile le campane hanno suonato a festa, il sole splendeva, nelle case le famiglie si sono ritrovate a festeggiare.

Come ogni anno, però, la Domenica di Pasqua non è una giornata a sé stante, ma è il culmine di un cammino di preparazione spirituale che abbiamo percorso come comunità cristiana. Questo cammino è iniziato già mercoledì 5 marzo, quando con l’austero segno delle ceneri abbiamo dato inizio alla Quaresima, tempo di penitenza e di conversione, con il quale ci siamo preparati a rivivere – durante la Settimana Santa – gli ultimi momenti della vita terrena di Gesù, dal suo ingresso trionfale a Gerusalemme fino alla Risurrezione, il mattino di Pasqua.

Sono state giornate intense, che ci hanno visti coinvolti e impegnati in molti eventi significativi. Passati questi giorni è utile provare a “riavvolgere il nastro” per poter cogliere ancora meglio il senso e il significato di quello che abbiamo vissuto e celebrato insieme.

Giovedì Santo

“Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Gv 13, 1).

Al calare delle tenebre, la chiesa parrocchiale di Fanna si è trasformata  in un cenacolo, quel luogo intimo e familiare in cui Gesù ha voluto raccogliere attorno a sé i suoi discepoli per consegnare loro la sua eredità: il sacramento dell’Eucarestia e il comandamento dell’amore. Quella sera 19 bambini della comunione hanno vissuto il gesto della lavanda dei piedi, gesto che ci ricorda come essere cristiani richiede di vivere in uno spirito di amore e di servizio a imitazione di quello che Gesù ha fatto per noi. 

Venerdì Santo

“Era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti” (Is 53,3-5).

Il Venerdì Santo è l’unico giorno in cui la Chiesa non celebra l’Eucarestia: alle 15.00, con una liturgia semplice e solenne allo stesso tempo, dove l’elemento chiave è il silenzio, abbiamo fatto memoria della passione di Gesù. Alla sera ci siamo fermati ancora una volta a meditare sul suo cammino doloroso verso il Calvario attraverso la preghiera della Via Crucis.

Sabato Santo

“Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. Io pongo sempre davanti a me il Signore, sta alla mia destra, non potrò vacillare. Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro, perché non abbandonerai la mia vita negli inferi, né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra” (Sal 15, 5-11).

“Grande silenzio su tutta la terra: il Re dorme”. Inizia pressappoco così un’antica omelia sul sabato santo. Un silenzio che sa di attesa, di vita che freme sotto la superficie, pronta a sbocciare. Nel buio della notte, la benedizione del fuoco e la luce del cero pasquale hanno dato inizio alla grande veglia. Con una candela in mano ci siamo messi in ascolto delle letture dell’Antico Testamento che pian piano hanno svelato ai nostri occhi la luce di un Dio che libera e che salva dal male e dalla morte. Al momento del Gloria, un suono di campane ha squarciato l’aria: il Signore della Vita è Risorto, e noi con lui!

Domenica di Pasqua

“Ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri” (Lc 24,4-9).

Una notizia sconvolgente, ci ha detto don Alex il mattino di Pasqua: Gesù è Risorto!

La Pasqua ci consegna la speranza in una Vita che vince la morte, ma anche il compito e la missione di portare nel mondo la luce che abbiamo incontrato in questi giorni.

Dopo aver attraversato cammino lungo il deserto della Quaresima abbiamo accompagnato Gesù nel suo ingresso a Gerusalemme nella Domenica delle Palme, ci siamo seduti con lui alla tavola dell’amore e del servizio dell’Ultima Cena (Giovedì Santo), abbiamo condiviso con lui il dolore della Passione (Venerdì Santo) e il silenzio del sepolcro (Sabato Santo)… Dopo questo lungo viaggio finalmente sentiamo risuonare l’annuncio di gioia che tanto aspettavamo: 

«La morte e la vita si sono affrontate in un prodigioso duello: il Signore della Vita era morto, ora regna, vivo. Cristo, nostra speranza, è risorto e precede i suoi in Galilea!»

(dalla sequenza Victime Paschali).

Ringraziamo Rosa Lombardi per le foto della Veglia di Pasqua 

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